Castel di Guido

12 maggio 2019

 

Stavolta il blitz è appena oltre il Raccordo. Là, dove la campagna comincia e lo scempio continua.

C'è un rudere sulla via di Castel di Guido. Il Fai (Fondo ambiente italiano) lo segnala come Casale la Bottaccia, sorto sul sito di un'antica stazione di posta di epoca romana. Proprio lì vicino fu rinvenuta la statua di Giunone velata. Oggi sta ai musei vaticani perché se fosse rimasta qui, il velo se lo sarebbe calato sugli occhi.

Un cumulo, una montagna di rifiuti s'appoggia alle lamiere che circondano il casale ormai pericolante. Per fortuna c'è un cartello che intima di non fare di questo posto una discarica. Stracci, tavole, bastoni per le tende, cuscini e sacchi con dentro non si sa cosa che neanche i cani e i gatti randagi della zona si sono avventurati a strappare. C'è pure una sedia sfondata. Sta un po' più in là, ma non troppo: la puzza si sente lo stesso. E, quando ce non la fa più, la usa la donna che il magnaccia espone qua per tutta la giornata.

Arriviamo che il sole sta per tramontare e colora di rosso fuoco l'orizzonte. Montiamo il teatrino. Ma non ce la fa a contenere tutto. Scattiamo: un lampo sulla monnezza e uno sulle piante di sambuco fiorite nonostante questa primavera sembri autunno. Un altro: così nell'inquadratura entra pure lo spettro del casale.

Ogni tanto passa una macchina. Appena esce dalla curva e imbocca il rettilineo accelera, ma poi rallenta bruscamente. Forse veniamo scambiati per agenti che stanno montando un autovelox. Una però si accosta sul ciglio della strada. Si ferma. I fari restano accesi e in controluce un uomo scende. Avanza. Un brivido, che si scioglie rapidamente quando arriva vicino e si vede il sorriso che gli rischiara la faccia asciutta. Sulla chat dell'associazione ha ricevuto un messaggio che l'avvisava che due uomini e una ragazza stavano facendo fotografie alla Bottaccia. Si presenta: è Valter. Fa parte dell'associazione Retake di Castel di Guido e passa la notte sul fuoristrada per controllare che non succeda niente di peggio di quello che già accade di giorno. “Sabato – racconta – abbiamo bonificato un tratto di strada. Vicino a un fontanile dell'epoca del fascio abbiamo trovato pure delle taniche di olio incombusto”.

Gli spieghiamo cos'è TrashMov. Si emoziona. Si entusiasma. E chiama al telefono Diana, la presidente dell'associazione: “Tutto tranquillo. Questi so' angeli!”. E poi ci racconta di sé: di quando stava alla Garbatella e di adesso che vive in compagnia di due volpi e un istrice, goloso di patate.

Ormai è buio. Un abbraccio: ciao Valter, uomo gentile incontrato tra i rifiuti.

 

 

 

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